Categoria | Abstract scientifico |
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Area Scientifica di riferimento | Farmacovigilanza e dispositivovigilanza |
Titolo | Rischio di Neoplasie Secondarie nei Pazienti Trattati con Terapie CAR-T: real world data presso un istituto oncologico |
Autori | Lauria Pantano Claudia (1); Re barbara (1); Chinotti federica (1); Alessia Trenta (1); Milano Carlo (1); Rubes Nicola (1); Campanardi Maria Chiara (1); Anghilieri Marta (1); Ladisa Vito (1). (1)Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Milano |
Obiettivo | L'obiettivo di questa analisi osservazionale e retrospettiva è quello di valutare il rischio di sviluppare neoplasie secondarie (SPM) in pazienti trattati con terapie CAR-T (axi-cel e tisa-cel). |
Introduzione | Le terapie CAR-T hanno rivoluzionato lo scenario terapeutico oncoematologico. Tuttavia, il rischio di neoplasie secondarie rappresenta una preoccupazione crescente come segnalato dagli enti regolatori a livello globale. EMA ha valutato 38 casi di neoplasie maligne delle cellule T segnalati dopo il trattamento con terapie CAR-T fino ad aprile 2024. Questi casi includevano vari tipi di linfoma a cellule T e leucemia linfocitica a cellule T, osservati da alcune settimane a diversi anni dopo la somministrazione, con anche esiti fatali registrati. |
Metodi | Al fine di raccogliere dati di real world, sono stati valutati sessanta pazienti trattati con CAR-T (29 con tisa-cells e 41 con axi-cells) dal dicembre 2019 al dicembre 2023. I dati sono stati raccolti dalle cartelle cliniche, database interno della farmacia e tramite estrazione delle segnalazioni dalla rete nazionale di farmacovigilanza. Analisi retrospettive e osservazionali hanno esaminato l'incidenza di tumori secondari e le caratteristiche cliniche dei pazienti. |
Risultati | Dei 60 pazienti presi in considerazione, 7 hanno sviluppato neoplasie secondarie di tipo ematologico. In particolare 6 hanno ricevuto il medicinale axi-cel e 1 paziente tisa-cel. Sono stati riscontrati 5 casi di mielodisplasie. 2 casi di neoplasie linfocitiche: una proliferazione atipica dei linfociti T helper1 (con remissione completa in seguito a trattamento chemioterapico) e un caso di leucemia a linfociti grandi granulari T, attualmente non risolta. ll tempo mediano dall'infusione di CAR-T alla diagnosi di neoplasia ematologica è stato di circa 9,2 mesi. |
Discussione e conclusioni * | Sebbene lo studio presenti delle limitazioni, tra cui follow-up mediano breve e casistica limitata, risalta la necessità di correlare questi eventi avversi con fattori preesistenti e trattamenti precedenti. Alcuni dati di letteratura suggeriscono l'idea che una citopenia persistente potrebbe essere correlata ad un aumentato rischio, pertanto da valutare con attenzione per escludere l'insergenza di SPM. Le osservazioni riguardo al rischio di mutagenesi da inserzione richiedono un monitoraggio continuo e studi su larga scala per confermare la sicurezza a lungo termine di queste terapie. È fondamentale una comunicazione cauta per evitare allarmismi ingiustificati riguardo a trattamenti che potrebbero essere salvavita. |
Utente | Claudialauria91 |