Categoria | Abstract scientifico |
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Area Scientifica di riferimento | Esperienze e metodologie della farmacia clinica |
Titolo | INDAGINE SULLA TOLLERABILITÀ DELLA TERAPIA CON BULEVIRTIDE IN PAZIENTI CON COINFEZIONE HBV/HDV |
Autori | Mollo F (1), Piccioni D (1), Maffeis G (1), Donato F (1), Bertini S (1), Marinaro L (2), Crosasso P (1) - 1) ASL Città di Torino - SSD Farmacia Malattie Infettive 2) ASL Città di Torino - SCDU Malattie Infettive |
Obiettivo | Valutazione dei trattamenti intrapresi con bulevurtide (BLV) in termini di associazione tra un’adeguata gestione della terapia da parte dei pazienti e il conseguente outcome clinico. |
Introduzione | Il pegIFNα ha rappresentato a lungo l'unica terapia per pazienti con infezione da HDV. Il suo impiego però comporta una bassa percentuale di risposta (relapse alla sospensione in molti pazienti) e effetti collaterali frequenti e talvolta persistenti/letali. La novità terapeutica è BLV, un farmaco che interferisce con l'ingresso dell'HDV negli epatociti e che prevede conservazione in frigorifero e somministrazione sottocute con preparazione estemporanea. La durata ottimale del trattamento non è definita e i dati pubblicati finora mostrano che la terapia è indicata fino a beneficio clinico [1]. |
Metodi | È stata condotta un’analisi sui pazienti in trattamento con BLV in carico presso un ospedale piemontese. Ad ogni paziente è stato sottoposto un questionario sulle modalità di conservazione, preparazione e somministrazione del farmaco e sulla tolleranza alla terapia. Sono state valutate alla settimana 36 di trattamento per ogni paziente la risposta virologica completa/parziale/assenza di risposta (riduzione HDV RNA ≥2 log, UV/mL vs basale/riduzione HDV RNA ≥1log UI/mL ma ≥2 log U/mL vs basale/riduzione HDV RNA <1 log UI/mL vs basale) e la risposta biochimica (normalizzazione alanina aminotransferasi). Le risposte al questionario sono state elaborate e confrontate con gli outcome clinici [2]. |
Risultati | Il questionario è stato sottoposto a 14 pazienti: 2 hanno riferito difficoltà nell’allestimento della siringa, 1 ha preparato diverse dosi conservandole in frigo per i giorni successivi. Tutti hanno praticato autonomamente l’iniezione. 2 hanno riportato dolore al sito di iniezione, 3 fatica legata alla somministrazione giornaliera e 4 beneficio soggettivo associato alla terapia. Di 6 pazienti erano disponibili i dati per la valutazione dell’outcome clinico: 2 hanno avuto una risposta combinata virologica e biochimica, 1 solo la risposta virologica completa e 1 ha avuto una riposta virologica parziale e una risposta biochimica borderline, 2 sono risultati non-responders. |
Discussione e conclusioni * | Il confronto tra le risposte al questionario e gli outcome clinici ha evidenziato una possibile associazione tra un’adeguata compliance e l’efficacia del trattamento. In particolare, uno dei due fallimenti terapeutici si è verificato per una gestione scorretta della terapia da parte del paziente. In quest’ottica, è emersa la necessità di impostare il questionario prestabilito con i clinici come utile strumento e modello di ottimizzazione della terapia dei pazienti con infezione da HDV. È stato possibile effettuare anche una valutazione sulla buona tollerabilità della terapia fino alla settimana 36: i risultati sono sovrapponibili ai dati di letteratura finora pubblicati che riportano una bassa percentuale di effetti avversi [3]. |
POSTER | POSTER-BLV.pdf |
Bibliografia | [1] https://www.ema.europa.eu/en/documents/overview/hepcludex-epar-medicine-overview_en.pdf 2024-10-02 [2] European Association for the Study of the Liver. EASL Clinical Practice Guidelines on hepatitis delta virus. J Hepatol. 2023 Aug;79(2):433-460. [3] Lampertico P, et al. Hepatitis D virus infection: Pathophysiology, epidemiology and treatment. Report from the first international delta cure meeting 2022. JHEP Rep. 2023 Jun 28;5(9):100818. |
Utente | daniela.piccioni |