Categoria | Abstract scientifico |
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Area Scientifica di riferimento | Farmacoepidemiologia e farmacoeconomia |
Titolo | Analisi retrospettiva dei dati di spesa e consumo dei farmaci oncologici e immunomodulatori degli ultimi dieci anni in Italia |
Autori | Martellone L (1,2), Tringali G (3,4), Navarra P (3,4) – 1) Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, 2) Farmacia Ospedaliera, Policlinico Umberto I, 3) Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS, 4) Sezione di Farmacologia, D |
Obiettivo | L’obiettivo è stato quello di condurre un’analisi retrospettiva dei consumi nazionali di farmaci oncologici ed immunomodulatori su base OsMED con lo scopo di identificare potenziali pattern di spesa. |
Introduzione | Un esempio evidente di come l'innovazione terapeutica si accompagni a un aumento dei costi è rappresentato dai farmaci oncologici e immunomodulatori (codice ATC “L”). Questo incremento non è dovuto solo alla maggiore domanda, ma anche e soprattutto al progressivo passaggio nei consumi dai farmaci di sintesi chimica a quelli biologici, che hanno costi di produzione significativamente più elevati [1,2]. |
Metodi | Il lavoro è stato svolto analizzando e confrontando i dati OsMED degli ultimi dieci anni e le normative relative alle nuove indicazioni terapeutiche per i farmaci oncologici introdotte in Italia nell'ultimo decennio. Gli anticorpi monoclonali oggetto di monitoraggio sono stati selezionati in base alla frequenza di comparsa nelle tabelle dei principi attivi a maggior spesa per le strutture pubbliche e al loro impatto complessivo sulla spesa globale dei farmaci oncologici e immunomodulatori. |
Risultati | L'analisi dei dati OsMED per le strutture pubbliche rivela un notevole aumento della spesa per i farmaci oncologici e immunomodulatori tra il 2012 e il 2022 (+108,6%), con un incremento parallelo dei consumi (+38,5%). Questo aumento è principalmente dovuto all'incremento della spesa per le strutture pubbliche sulla convenzionata. Per quanto riguarda i singoli principi attivi, sono stati identificati due cluster: il primo include Trastuzumab, Rituximab, Bevacizumab e Infliximab, mentre il secondo comprende Pembrolizumab, Nivolumab ed Eculizumab. |
Discussione e conclusioni * | La riduzione di spesa osservata del primo cluster è riconducibile all’introduzione dei biosimilari, mentre l’aumento nel secondo gruppo è legato a un incremento dei consumi, attribuibile all'espansione delle indicazioni terapeutiche e al riconoscimento dell'innovatività piena. I farmaci “L” rappresentano, oggi, il gruppo ATC a maggior spesa [3]; tale aumento di spesa si è accompagnato ad un modesto aumento dei consumi. I biosimilari hanno permesso di ridurre sensibilmente la spesa farmaceutica per i monoclonali del gruppo ATC “L”; per gli oncologici ed immunomodulatori con brevetto non ancora scaduto, la sostenibilità a breve termine è stata, invece, garantita dal riconoscimento dell’innovatività piena per diverse indicazioni. |
POSTER | PosterSIFACTOsMED.pdf |
Bibliografia | [1] Pammolli F., Riccaboni M. Innovation and industrial leadership: lessons from pharmaceuticals. Center for Transatlantic Relations, Johns Hopkins; 2007. [2] Pammolli F., Magazzini L., Riccaboni M. The Productivity Crisis in Pharmaceutical R&D. Nature Reviews Drug Discovery 2011; 10, 428-438. [3] Agenzia Italiana del Farmaco. Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali. L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto Nazionale Anno 2022. Roma; 2023 |
Utente | Lorenzo.Martellone |