Il filo di Arianna…
Quante volte ci siamo chiesti se le nuove leggi, i decreti, le determinazioni sui diversi argomenti siano in conflitto con altri approvati in precedenza?
Come fare per applicarli? Come fare a capire, a tenere tutto in linea, a ricordarsi di ogni cosa? Un dilemma che affligge tutti gli operatori non solo della sanità pubblica ma anche di quelli che interagiscono ogni giorno con loro.
Cercare di dare un buon servizio a pazienti, utenti, cittadini è chiaramente l’obiettivo che ogni buon professionista, cercando di essere sempre osservante delle norme che non si possono non conoscere (Ignorantia legis non excusat; la legge non ammette ignoranza).
Noi, che da anni ci occupiamo di farmaci e del mondo farmaceutico in generale, sappiamo come sia difficile rimanere aggiornati e, nonostante cerchiamo di rimanerlo, inevitabilmente e progressivamente perdiamo ogni giorno un pezzo di questa informazione.
Ci sono autori brillanti che tentano di darci una mano con la costruzione di siti (tra gli altri, Marco Boni con giuripharma.it) o la editazione di libri, che, con un impegno veramente encomiabile, tentano di darci una mano.
Uno per tutti il testo di Ferrari e Massimino usciti recentemente, con i tipi di Cacucci editore, dal titolo accattivante “Diritto del farmaco”, una guida ragionata su medicinali, diritto alla salute, politiche sanitarie, che consigliamo per letture mirate quando si desidera conoscere sia il diritto che la giurisprudenza e la dottrina.
Abbiamo saggiato anche noi e dobbiamo dire che l’unica pecca è che tenderà ad invecchiare presto come tutti i libri cartacei ma rimane ferma la possibilità di conoscere almeno il passato recente, presentato in maniera equilibrata e di facile leggibilità anche per i non addetti ai lavori.
La giurisprudenza
Il problema però è che le leggi e le norme non sono sempre scritte bene e si prestano ad essere interpretate.
Non solo su temi controversi come ad es. quello della equivalenza terapeutica tra principi attivi diversi, si attivano spesso ricorsi da parte delle imprese nei confronti delle aziende sanitarie o regioni proprio in base a questo differenziale interpretativo o applicativo.
Chi decide allora? I tribunali amministrativi che in Italia sono più del numero delle Regioni (ad es. in Lombardia abbiamo la sezione di Milano e quella di Brescia) e due Consiglio di Stato (uno per tutta l’Italia e uno per la Sicilia).
E le sentenze sono tutte “sovrapponibili”? assolutamente no. O meglio una parte sì e portano a definire la giurisprudenza come “consolidata”.
Ma le norme si modificano e quello che prima veniva giudicato come motivo per respingere un ricorso, poi può diventare poi motivo per accoglierlo o viceversa.
Insomma, anche stare dietro alle sentenze e capire ciò che si può o non si può fare, è veramente difficile e occorre riferirsi a chi fa questo per mestiere, gli avvocati, che in questo settore, hanno specialisti e studi di adeguate dimensioni e costi.
E i dipendenti della pubblica amministrazione, impegnati nella resistenza in giudizio? Anche loro si avvalgono di studi legali (anche questi costosi e famosi) o di esperti nel settore o cultori della materia che tentano di dare supporto, consiglio, pareri.
Il bandolo della matassa
E’, però, sempre più difficile trovare il bandolo della matassa perché abbiamo a che fare con tante matasse e una volta che si è riusciti a districarne una, occorre iniziare da quella vicina dai colori diversi che però è intricata con quella a fianco e così via.
Insomma, una storia infinita.
La soluzione?
Difficile pensare ad una soluzione perché occorrerebbe semplificare le norme e sappiamo bene che creato un Ministero per la semplificazione e bruciate, per i media, qualche scatola di carta straccia, non è cambiato nulla. Anzi si è dovuto rimediare alle leggi “tagliate”, con un decreto salva leggi. ([1])
Semplificare è difficile ma si può fare (cfr. leggi Bassanini nel 1997-99) ma occorre cultura, senso dello Stato, determinazione, che difficilmente convivono nella maggior parte dell’elettorato passivo parlamentare medio italiano, fatte salve rare e illuminate eccezioni.
Che fare dunque? Possiamo metterci nei panni di Teseo e sperare di poter ritrovare la strada giusta grazie al filo che un’Arianna innamorata gli mette a disposizione, prima di intraprendere l’avventura di uccidere il Minotauro.
Fuori dal mito, ci piacerebbe disporre di strumenti utili ed efficaci per districarsi da tutte queste norme e leggi, dal mondo dei giudici e delle sentenze e sperare in una semplificazione normativa vera o, meglio, in un elettorato passivo parlamentare più consapevole delle nostre difficoltà.
Per il momento ci dobbiamo accontentare di testi e siti, per i quali ringraziamo gli autori, che danno una mano, con l’indice ragionato e la ricerca per parole chiave, consegnandoci il filo di Arianna, per cercare di non perderci e abbandonare il nostro obiettivo.
Bibliografia
[1] Sitoweb http://www.corriere.it/politica/10_gennaio_10/calderoli_ministro_complicazione_04e598e2-fdbc-11de-b65b-00144f02aabe.shtml Ministro Calderoli nel 2008, IV Governo Berlusconi, accesso del 16.10.2015